La Transumanza candidata a patrimonio UNESCO

Transumanza, transumare o trasportare, per un allevatore, significa iniziare una nuova stagione agricola e zootecnica.

La monticazione e la demonticazione, incipit e conclusione della stagione estiva, sono sinonimo di benessere animale.

La transumanza, per chi dedica la propria vita agli animali e alla terra, è la volontà di prendersi cura della montagna, grande patrimonio dell’umanità.

Scegliere di essere pastori rappresenta la propensione, talvolta intrinseca, di non spezzare il cordone ombelicale delle tradizioni famigliari e territoriali.

 


 

La transumanza è così candidata a diventare Patrimonio Culturale dell’Umanità Unesco. L’Italia è paese capofila nella presentazione del dossier, insieme a Grecia e Austria. Il Comitato di Governo dell’Unesco si esprimerà in merito alla candidatura a novembre 2019.

Praticare la transumanza, per Giorgio Arnaudo, Paolo Solavaggione e Giorgio Vittone, gli allevatori de La Granda che coltivano la cultura dell’alpeggio, significa credere nella famiglia, nella comunità e in una nuova economia.

La transumanza rappresenta infatti il Fil Rouge tra la natura, l’uomo, i prodotti agricoli e il paesaggio, in grado di influenzare altre arti.

Transumanza è anche massima espressione delle conoscenze agricole e zootecniche, spazio e tempo in cui credere nel settore primario e nelle opportunità dell’agricoltura e dell’allevamento.

La transumanza è la nostra libertà di uomini e la libertà di animali.

 

 

La transumanza candidata a Patrimonio Culturale dell’Umanità Unesco

La transumanza candidata a Patrimonio Culturale dell’Umanità Unesco



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